Cirio
Fu fondata a Torino nel 1856 dal nicese Francesco Cirio, allora ventenne, che decise di introdurre la tecnica, per quel tempo innovativa, di conservazione in scatola, detta appertizzazione, iniziando con i piselli. Questa tecnica fu inventata ed elaborata, negli anni tra il 1795 ed il 1806, da Nicolas Appert, il padre della conservazione in scatola, e consisteva essenzialmente nell'eliminare l'aria dai contenitori dopo averli riempiti con il cibo da conservare, sottoponendo a bollitura prolungata il contenitore dopo averlo chiuso. Lo stimolo alla ricerca venne dato, all'inizio dell'Ottocento, da Napoleone Bonaparte, che voleva cibi a lunga conservazione per i soldati. Appert vinse il premio messo in palio dall' Imperatore e i risultati dei suoi metodi erano buoni, ma l'assenza di conoscenze specifiche sui batteri lasciava spazio ad un certo empirismo nell'applicazione. Fu in questo contesto che Francesco Cirio mise a punto il suo metodo "il metodo Cirio" , con il quale ottenne riconoscimenti nella Grande Esposizione Universale di Parigi del 1867. Lo stabilimento impiantato a Torino avviò una apprezzata produzione, che sfociò anche nella esportazione dei suoi prodotti nel mondo. Per queste ragioni, la Cirio vanta di essere la più antica industria conserviera d'Italia. Dopo l'unità d'Italia, la società aprì alcuni stabilimenti nel Mezzogiorno, tra cui quello di Napoli nel quartiere San Giovanni a Teduccio, recuperando anche numerose aree agricole abbandonate e rafforzando negli anni la propria presenza nel Napoletano. Nel 1900 nasce la Cirio società generale conserve alimentari e gli stabilimenti "fiore all'occhiello" sono a Vigliena, quartiere San Giovanni a Teduccio di Napoli, dove viene fissata la sede nazionale dell'azienda fino agli anni '80 del secolo scorso, e a Pontecagnano, in provincia di Salerno.
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